martedì 2 ottobre 2012

RIEVOCAZIONE DEL PROCESSO ALLE STREGHE DI VENEGONO SUPERIORE


Con la bolla di Papa Giovanni XXII Super illius specula (Avignone, 1326) la magia cessa di essere una superstizione da tollerare e perdonare e diventa un fenomeno sociale che deve essere contrastato -un morbo pestilenziale da debellare- in quanto minaccia per la Chiesa. La lotta contro la stregoneria é affidata all’Inquisizione, un’istituzione ecclesiastica creata nella seconda metà del XII° sec. per indagare e punire, mediante un apposito tribunale, i sostenitori di teorie considerate contrarie all’ortodossia cattolica. Questo controllo si abbatterà con sempre maggiore brutalità sulla povera gente.

Il mito della strega nasce fin dagli albori del mondo. Nel medioevo, per convinzione o ignoranza, molte donne erano ancora legate alle vecchie credenze precristiane; il mito della strega resiste tra il popolo, così, le pratiche magiche relative alle antiche tradizioni pagane continuano a prosperare. Se il termine italiano strega deriva dal latino strix, un uccello notturno che si credeva di cattivo auspicio perché ritenuto nutrirsi di sangue e carne umana, la parola inglese witch deriva invece da wicce che significa saggia, ed infatti, nella cultura pagana le streghe sono prevalentemente sciamane e consigliere (in Irlanda si diceva che se le streghe ballavano il Sabbah su un campo questo avrebbe avuto buon raccolto, in Italia che le messi sarebbero bruciate o marcite).

Anno 1484: Papa Innocenzo VIII dà ampi poteri ai frati Heinrich Kramer e Jakob Sprenger di svolgere incontrastati la loro opera di inquisitori; i due frati domenicani codificheranno le tecniche per la caccia alle streghe nel manuale intitolato Malleus Maleficarum (Il Martello delle Streghe): secondo gli autori, ci sono più streghe che stregoni: le donne sono più inclini a farsi irretire dal demonio perché deboli, psichicamente fragili, chiacchierone, vendicative e cadono presto nei dubbi sulla fede, la loro concupiscenza carnale è insaziabile per cui si uniscono ai demoni per soddisfare la loro libidine.

Il processo inquisitorio si basa sui pettegolezzi pubblici, sufficienti a condurre una persona al processo, nonostante le accuse siano spesso perpetrate per invidia; l’avvocato manca, perché una difesa efficace da parte del difensore è prova del fatto che egli stesso è “stregato” e dovrà pertanto essere a sua volta processato. La tortura è la normale tecnica di interrogatorio (si attenderà il XIX° sec. per vederla abolita in Europa, grazie al pensiero di Cesare Beccaria). La confessione viene estorta con la promessa di salvezza e, una volta ottenuta, considerata comunque prova di colpevolezza: “confessano solo per evitare la pena di morte”. Anche il processo alle streghe di Venegono viene celebrato con le regole del Malleus Maleficarum, fino al totale annientamento psicofisico delle sue vittime.

I verbali del processo, che si apre il 20 marzo 1520 nel castello del conte Fioramonte Castiglioni, per fatti accaduti a partire dal 1513, scoperti dalla ricercatrice Anna Marcaccioli Castiglioni, sono stati tradotti e pubblicati nel suo libro Streghe e roghi nel Ducato di Milano. Processi per stregoneria a Venegono Superiore nel 1520 (Thélema Edizioni, Milano, 2000).
La rievocazione del processo ci riporta all’epoca dell’inquisizione, cinquecento anni indietro nel tempo, a nomi e luoghi, alcuni dimenticati, altri invece che ancora oggi risuonano comuni: la chiesa di Santa Maria, la Silva Rupta dietro l’oratorio, il prato del Cattaneo, la sorgente del Fontanile, la Valle del Pascolo a est del castello, la Colombara attuale villa Caproni. Le imputate ci parlano di donne, famiglie e uomini di Venegono Superiore ed Inferiore, Vedano e Castiglione Olona, Monello, Binago, Appiano e Seregno, dove questa storia ha avuto inizio.

Walter Fabiano Lorenzin

PERSONAGGI E INTERPRETI
 
Elisabetta Oleari (condannata al rogo)
MARIA LETIZIA FASOLA
Margherita Fornasari (condannata al rogo)
SARA MAGLIOCCA
Caterina Fornasari (condannata al rogo)
CARLA BERNARDINI
Antonina del Cilla (condannata al rogo)
HILARY BASSO
Maddalena del Merlo (condannata al rogo)
ELISABETTA MILANI
Majnetta “Codera” (condannata al rogo)
LISA IZZO
Giovannina Vanoni (condannata al rogo)
VERONICA MALETTA
Caterina d’Appiano (ostetrica)           
LALLA PIVATO
Tommasina (sospettata)
ELISA BAGAGIOLO
Battista da Pavia (primo inquisitore)
NINO GORIO
Michele d’Aragona (secondo inquisitore)
PAOLO GUFFANTI
Badono  Fornasari (condannato all’esilio)
PAOLO DELFINO
Fioramonte Castiglioni (signore del castello)
ENZO PANZERI
Aguzzino
GABRIELE CASTIGLIONI
Testimoni
MARIO MASPERO e SERGIO SPERONI
Giacomo da Seregno (delatore)
STEFANO MEDAGLIA                          

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